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--Da un po’ di tempo la cultura orientale, specialmente quella tibetana, si è diffusa nell’occidente, tutto questo è successo dopo l’invasione del Tibet da parte della Cina che ha portato alla fuga dei monaci tibetana, che si sono sparsi in tutto il mondo. Dopo questa invasione, si sono costituite scuole lamaiche e ashram (case) tibetane in ogni paese dell’occidente. In Italia sono molto numerose in Umbria e in Toscana.
--Adesso, per capire meglio come la cultura tibetana si sia sviluppata in Italia e in particolare come venga vista a San Giovanni in Fiore, intervisterò il dott. Loria Francesco, medico omeopata e conoscitore di questa cultura.

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--Come è venuto a conoscenza di questa cultura?
--Tanto tempo fa mi capitò un libro che parlava della cultura tibetana e rimasi affascinato dalle idee e dal misticismo di questo popolo, per cui comprai altri libri e a poco a poco capii la cultura di quel popolo.

--Per apprendere meglio questa cultura si è limitato a una sola lettura di brani o ha cercato di spostarsi di persona, insomma ha cercato di approfondire solamente leggendo determinati libri o anche ascoltando testimonianze?
--In seguito ho conosciuto altre persone che praticavano le tecniche di meditazione, ho conosciuto dei lama tibetani e alla fine ho cominciato a praticare quelle tecniche io stesso.

--In pratica lei ha cambiato religione?
--No, io non ho cambiato religione anche se vedo le cose con occhi diversi, perché penso che ogni religione dica le stesse cose anche se in modi diversi. In definitiva l’uomo è alla ricerca della stessa cosa e cioè la spiritualità, lo spirito e le religioni non fanno altro che adattare alle caratteristiche dei vari popoli lo stesso credo, ma in modi diversi. Inoltre in alcune religioni la via è più velata mentre in altre è molto più chiara e immediata.

--Può spiegarci cosa ne pensa di questa cultura?
--Quello che mi attrae della cultura tibetana è la semplicità con cui vengono esposte le cose, come ho detto prima ho conosciuto dei lama tibetani e mi ha colpito la totalità con cui professavano le proprie idee. Inoltre non è una questione di fede, ma la persona a poco a poco capisce sia se stesso sia la realtà che lo circonda in modo più realistico. Un’altra cosa di cui mi sono reso conto dopo molto tempo, è che sia la religione cattolica sia quella tibetana esprimono gli stessi concetti e ciò mi ha portato a restare cristiano, ma grazie alla cultura tibetana ho capito molto di più quello che la Bibbia vuole esprimere, mentre prima accettavo le cose così,senza crederci veramente.

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--Ha trovato difficoltà a capire le idee e la religione della cultura tibetana?
--All’inizio era una cosa oscura proprio a causa della mentalità occidentale e consumistica che avevo, poi tramite l’esperienza e aiutato anche dal lavoro che faccio, ho cominciato a comprendere la cultura tibetana, finché sono arrivato al punto di dire che non esistono tante religioni, ma un unico credo adattato ai vari popoli, inoltre penso nessuno abbia la verità tutta dalla sua parte, che nessuno abbia ragione o torto, ma che tutte le religioni sono allo stesso livello e hanno le stesse funzione, la scelta dipende dalle singole persone, perché ognuno è portato verso vie diverse e comprende in modo diverso.

--Cosa le ha portato, culturalmente la conoscenza della cultura tibetana?
--Mi ha fatto conoscere altri modi di pensare, mi ha arricchito a livello umano, mi ha fatto capire che una delle cose belle del mondo è la diversità delle culture e che se ci fosse un mondo omologato e appiattito per l’uomo sarebbe una rovina totale. Anche se penso che la religione dovrebbe unire anziché dividere.

--Quando ha iniziato ad interessarsi di questa cultura, quale è stata la reazione delle persone, residenti a San Giovanni in Fiore, che conosceva e con cui si è confidato?
--La reazione delle persone di San Giovanni in Fiore è stata molto negativa per tanti motivi, da una parte è un’ ambiente che non accettano le novità , dall’altra c’è un disinteresse totale per queste cose; perché l’unica cosa che preme alle persone è avere più soldi, potere, più benessere materiale, per cui parlare di disciplina, parlare di rinuncia, parlare di misticismo con queste persone è completamente inutile. E’ come parlare ad un sordo e sperare di essere capito, anche se le nuove generazioni sono molto più aperte di quelle anziane.

--Cosa consiglieresti per migliorare questa situazione?
--Io credo che ogni debba prendersi responsabilità di ampliare i propri orizzonti, perché in caso contrario si formerebbe un ambiente gretto e bigotto in cui l’ipocrisia degna sovrana.
Per concludere credo che sia necessario aprirsi al mondo perché globalizzazione vuol dire capire e comprendere le altre culture rispettando le stesse come si pretende il rispetto della propria e non cercare di sopraffare gli altri popoli in mone del materialismo e del capitalismo.

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