I vagabondi della globalizzazione - di Gianni VATTIMO -L´ermeneutica la modernità e il rapporto Occidente-Oriente attraverso la filosofia -La
Voce di Fiore - venerdì 3 giugno 2005
La società sparente: per i Calabresi che vivono all'estero
FILOSOFIA E TECNOLOGIA DIGITALE -
|
--E’ come se l’utopia a cui si è ispirata tanta filosofia del passato, fino a Hegel e persino a McLuhan, stesse riconoscendo che il solo senso che può avere è quello di divenire decisamente eterotopia. In questi termini si può riassumere un vasto movimento della filosofia tardo-novecentesca, quello a cui si è anche dato il nome di post-moderno; e che, sia pure un po’ paradossalmente (almeno rispetto alle intenzioni dell’autore), può trovare le proprie basi persino nella Dialettica negativa di Adorno, e nella sua affermazione secondo cui, contrariamente a quello che pensava Hegel, «il tutto è il falso». Ma nella stessa direzione si può sostenere che vadano grandi romanzi «epocali» come L’uomo senza qualità di Musil - incompiuto, certo, e dunque forse solo contingentemente «babelico»; che però non sembra riducibile semplicemente alla nostalgia per la totalità, ma indica piuttosto il proposito di cercare nella molteplicità irriducibile una forma di emancipazione che ancora non riusciamo a definire (se mai ciò è possibile). Di fronte alla «globalizzazione», cioè alla società multietnica, multiculturale, multilinguistica che ci diviene accessibile, e anzi che ci assedia, nel mondo della comunicazione generalizzata, si può sia cercare di salvare l’unità a tutti i costi ; sia assumere la pluralità come ineludibile orizzonte della nostra esistenza. E’ questo ultimo il senso del passaggio dall’utopia all’eterotopia.
--Di questo passaggio - anch’esso «epocale», nel senso almeno che non è un fatto della teoria, ma un fenomeno che riguarda la società stessa, la politica, i rapporti internazionali - si hanno segni e testimonianze di ogni genere: l’uso che fa Popper del termine «società aperta» è, in questo senso, sintomatico. Il comunismo sovietico è caduto per una quantità di cause di carattere economico, culturale (l’influenza dell’immagine del papa polacco, tra l’altro) e psicologico; ma forse il fattore più potente è stato l’esigenza di una apertura delle frontiere. La gente tentava di scappare da Berlino Est perché voleva migliori condizioni materiali di vita; ma di queste condizioni materiali non facevano parte solo i beni di consumo immediato, era la stessa libertà di movimento che contava come una leva potente. --Quello che intendo proporre richiamandomi alla nozione di Andenken (rammemorazione) di Heidegger è la tesi che proprio in questa nozione si condensi il compito della filosofia nell’epoca della globalizzazione. Andenken non significa raccogliere le voci del passato o di altri allo scopo di farne una sintesi; il legen - raccogliere - a cui pure Heidegger riporta la nozione di logos ha piuttosto da fare con il lesen, leggere, che contiene un aspetto di vagabondaggio e di indeterminato «lasciarsi andare» alle suggestioni delle parole, non sempre riassumibile nel senso finale del testo. --E’ importante, qui, non equivocare sul significato dell’ermeneutica, sia quella di Heidegger sia quella di Gadamer, quali che siano le differenze tra le loro posizioni. L’ermeneutica non è una filosofia della verità, ma invece una filosofia dell’alterità, se vogliamo dirlo in una formula. Una delle ultime opere di Paul Ricoeur, scomparso pochi giorni fa si intitola Soi meme comme un autre, che esprime in modo molto netto il senso del legen-lesen ermeneutico: non si tratta di ridurre l’altro a sé in un atto di appropriazione che condurrebbe all’unità di una verità posseduta finalmente in un atto semplice e pieno; il senso dell’incontro con l’altro è piuttosto una dislocazione che non lascia l’interprete, e nemmeno l’interpretato, nella loro propria condizione, senza però collocarli in un orizzonte davvero unico. L’interprete «invade», per dir così, lo spazio, lo spirito, dell’interpretato, ma se ne appropria solo nel senso ambiguo in cui Heidegger, nelle opere tarde, parlerà dell’evento dell’essere, l’Ereignis, che egli descrive come un movimento di Uebereignen, transpropriazione, nel quale l’evento non si quieta mai in un punto di arrivo definitivo. --Ci sono molti esempi di autori «classici» del pensiero contemporaneo nei quali è evidente che il pensare ha i tratti dell’Andenken, e persino del vagabondaggio, invece che quelli della conoscenza «concludente». Nietzsche è sicuramente uno di questi. L’atteggiamento che nel saggio Sull’utilità e il danno della storia per la vita egli attribuisce all’uomo «decadente» del secolo XIX, che si aggira nel giardino della storia come in un deposito di maschere teatrali che può indossare e lasciare a piacimento, diventa poi, più o meno esplicitamente, il suo stesso modo di guardare alla storia nell’ultimo periodo della sua vita. «Io sono tutti i nomi della storia», scriverà in un appunto del periodo torinese (1888-89) in cui certo era già clinicamente pazzo ma forse diceva ancora quello che davvero pensava. Del resto, questa ipotesi è coerente con la sua dottrina dell’eterno ritorno, anzi può esserne una giustificazione «ragionevole» e accettabile. --L’esempio di Nietzsche, ma poi quelli di Gadamer e di Heidegger, persino di (un certo) Wittgenstein, quello dell’analisi dei vari «giochi linguistici», sono qui intesi a giustificare un’idea del rammemorare, come una forma di nomadismo. Che, nel nostro mondo di meticciato, di pluralismo babelico, significa non il proposito di incontrare gli altri per costruire sintesi unitarie - che dovrebbero servire alla pace, ma che vengono utilizzate solo per legittimare ogni genere di imperialismo; bensì l’idea di muoversi tra i molteplici orizzonti con cui le varie culture e visioni del mondo ci mettono in contatto per «sospendere» criticamente la pretesa validità definitiva delle nostre prospettive.
--Niente estetismo, niente curiosità frivola per la molteplicità irriducibile a unità, dunque, ma critica degli assoluti attraverso l’esperienza delle differenze. In altre epoche, di pensiero unico, di autorità tradizionali, di assoluta «unità» della verità, la critica degli assoluti poteva avere il senso di opporre un principio più vero, o un’autorità più alta, a quelli che si volevano contestare. Oggi, nel mondo plurale in cui ci troviamo a vivere, la sola esperienza della autenticità che ci è data non è più quella di una sola realtà trascendente, ma quella della molteplicità da percorrere rammemorandone le varie vicende. Può darsi che sia anche il modo post-moderno di attuare il precetto evangelico secondo il quale «solo chi perde la propria anima la salva». Gianni Vattimo Su La Stampa del 1 giugno 2005 di Emiliano Morrone e Francesco Saverio Alessio - Neftasia Editore S.r.l. 2007 [...] Al centro di La società sparente è il fenomeno migratorio, tipico del Mezzogiorno, addebitato dagli autori a un preciso progetto politico, reperibile nella storia di San Giovanni in Fiore e della Calabria. In altri termini, l’emigrazione è qui considerata anche come soluzione per la difesa della (propria) libertà di opinione e della dignità personale. [...] Il loro lavoro si pone, quindi, come riferimento per una rilettura dell’emigrazione calabrese e meridionale. La Calabria, nonostante il progresso economico e i soldi ricevuti dall’Unione Europea, si sta spopolando paurosamente. Oggi, come ieri, l’emigrazione produce il vuoto politico. Dunque, l’auspicio è che, anche grazie al dibattito e ai collegamenti su Internet, sia proprio un rientro generale, dopo la «fuga», a produrre un’azione, effettiva ed efficace, contro la Ndrangheta. dalla prefazione di Gianni Vattimo - All rights reserved © copyright Neftasia Editore S.r.l. 2007
. .
Solidarietà, carità ed ironia attraverso L'ETA' DELL'INTERPRETAZIONE Il contenuto è rilasciato sotto Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo. . |
FILOSOFIA E TECNOLOGIA DIGITALE
e-learning --L'e-learning è una metodologia di insegnamento e di apprendimento basata prevalentemente sulla comunicazione on line fra docente e discente ed è una attività didattica particolare sia per il tipo di contenuto formativo e sia per il tipo di processo formativo. [...]
e-learning - Università Italiane
Piattaforme di e-learning open source
EMIGRAZIONE ITALIANA - emigrati.it
deutsch english --San Giovanni in Fiore, 1 October 2003 --Furthermore of the collective imaginary world, the Mediterranean is covered each day by rivers of migrants: in my town, San Giovanni in Fiore, after the Christmas holidays at least other one hundred persons have emigrated; emigrated in other regions, here in Italy and abroad, in the Mediterranean basin and in other continents. Young and not so young people, intellectuals and not. I had to migrate in Caccuri for being listened by someone, for being able to express the possibilities of the project emigrati.it, written up and realized in total nonchalance of press and institutions in San Giovanni in Fiore, insurmountable example of migration and failed policy of the territory. --San Giovanni in Fiore, January 2002 --[...] the migrations of entire populations, from whichever geographic place of the Earth to other places, the advent in the last decade of Internet, the tendency to the Mediterranean-Euro enlarging of Europe, the infinity of cultural interlaces, in synthesis the age of intercultural and global communication, push me more and more towards the search of my roots, from Calabria’s to the Mediterranean, to the common roots of every man... --For an analysis of the Florense migratoring experience français -----PARIS ------AMBOISE ------GRENOBLE
|
ISEONLINE: prepara online la Controlled Written Examination e il Portfolio con gli esperti Trinity della Oxford Teaching!
emigrati.it Associazione Internet degli Emigrati Italiani LINKS UTILI - www.emigrati.it - Links and Friends
|