--1)
Si tratta dell'inizio del saggio L'ETA' DELL'INTERPRETAZIONE
di Gianni
VATTIMO
già pubblicato in "EIDOS",
n°1, 2003, pp.17-23 e all'interno di IL FUTURO
DELLA RELIGIONE - Solidarietà, carità, ironia
--Richard
RORTY
--Gianni
VATTIMO
--a
cura di Santiago
ZABALA, pp. 47-57 edito da GARZANTI,
2005
--Gianni
VATTIMO e Richard
RORTY si sono formati in ambienti assai lontani
e hanno seguito percorsi diversi. Il primo, partito dalla
riflessione su Nietzsche
e Heidegger,
rappresenta l'indirizzo postmoderno dell'Europa latina. Il
secondo è invece esponente di un post-empirismo di
stampo pragmatico statunitense.
--Eppure
entrambi, pur provenendo da prospettive in apparenza divergenti,
sono approdati ad alcune posizioni comuni, tanto da avvertire
la necessità di un confronto diretto su uno dei temi
centrali della loro attuale riflessione: il ruolo
e il significato della religione. Un primo punto
che avvicina i due pensatori è la constatazione che
dopo il decostruzionismo e l'ermeneutica - per dirla con Vattimo
- "la religione non è morta, Dio è
ancora in circolazione". Dopo l'<<età
della Fede>> e l'<<età
della Ragione>>, l'umanità
è infatti entrata in una fase in cui il pensiero è
dominato da preoccupazioni che non sono di pertinenza nè
solo della scienza, nè solo della filosofia, nè
solo della religione. In questa <<età
dell'Interpretazione>>
la riflessione sui problemi religiosi ritrova
dunque un ruolo centrale.
Santiago
ZABALA
e Francesco Saverio ALESSIO a Silvana Mansio
per il 1° Festival internazionale di filosofia in Sila
- fotografia: Carmine
TALERICO
--Nel
Futuro della religione, sollecitati
da Santiago
Zabala, Rorty e
Vattimo espongono le loro posizioni,
in una conversazione che si muove tra la riflessione filosofica
e l'esperienza personale, tra la tradizione ermeneutica e
l'attualità politica. E' un dialogo aperto e appassionante,
che ci porta nel vivo della pratica filosofica, su alcuni
nodi chiave dell'esperienza e del pensiero contemporanei.
IL
FUTURO DELLA RELIGIONE - Solidarietà, carità,
ironia - Richard
RORTY -
Gianni VATTIMO
--a
cura di Santiago
ZABALA, edito da GARZANTI, 2005
--Richard
RORTY, New
York
1932,
è
uno dei filosofi contemporanei più seguiti. Tra
le sue opere pubblicate in Italia ricordiamo idue volumi di
Scritti Filosofici (1993-1994), La filosofia
dopo la filosofia (1993), La filosofia e lo specchio
della natura (1986), gli Scritti sull'educazione
(1996), La svolta linguistica (Garzanti 1994) e Una
sinistra per il prossimo secolo. L'eredità dei movimenti
progressisti americani del Novecento (Garzanti 1999). E' attualmente
Professor of Humanities alla University of Virginia.
tratto
da: IL FUTURO DELLA RELIGIONE - Solidarietà, carità,
ironia - Richard
RORTY -
Gianni VATTIMO
--a
cura di Santiago
ZABALA, edito da GARZANTI, 2005
Il
Filosofo Gianni Vattimo |
--Gianni
VATTIMO nasce a Torino
nel 1936. Si laurea in filosofia nella città natale
e ottiene la specializzazione a Heidelberg, dove insegna
il suo maestro Gadamer
(ma fu allievo anche di Pareyson).
Nel 1964 comincia ad insegnare filosofia all'Università
di Torino, dove sarà anche preside della Facoltà
di Lettere.
--Da
sempre unisce all'impegno filosofico l'attività politica,
per cui inizia come dirigente degli studenti cattolici
negli anni '50, per poi confluire nei radicali e poi
nei partiti della sinistra italiana (è stato parlamentare
europeo). Vattimo
si batte per il rinnovamento della società in senso
pluralista e libertario (e, si potrebbe
dire, postmoderno) pur non disdegnando l'accoglienza
di quei valori storici propri della cattolicità tradizionale
(soprattutto il senso della "pietas") sintentizzandoli
in forza di un
pensiero che giustamente si pone
come debole, in contrapposizione
alle distinzioni etiche intransigenti e dogmatiche.
--Direttore
della rivista estetica, Vattimo
ha insegnato più volte negli Stati Uniti in veste
di visiting professor ed è uno tra i più
eminenti studiosi europei, nel solco della corrente
filosofica che da Heidegger
porta a Gadamer
e al pensiero francese della differenza (passando
per il recupero del pensiero
di Nietzsche).
--rif.:
http://www.forma-mentis.net/Filosofia/Vattimo.htm
--Il
pensiero
--Nelle
sue opere, Vattimo ha proposto una interpretazione
dell'ontologia ermeneutica contemporanea che ne accentua
il legame positivo con il nichilismo,
inteso come indebolimento delle categorie ontologiche
tramandate dalla metafisica e criticate da Nietzsche
e da Heidegger.
Un tale indebolimento dell'essere, che non si attribuisce
più caratteristiche forti ma si riconosce più legato
al tempo, alla vita e alla morte, è la nozione guida
per capire i tratti dell'esistenza dell'uomo nel mondo
tardo moderno, e (nelle forme della secolarizzazione,
del passaggio a regimi politici democratici, del pluralismo
e della tolleranza) rappresenta anche il filo conduttore
di ogni possibile emancipazione. Rimanendo fedele
alla sua originaria ispirazione religioso-politica,
ha sempre coltivato una filosofia attenta ai problemi
della società. Il "pensiero
debole" - "weak
thinking",
che lo ha fatto conoscere in molti paesi, è una filosofia
che pensa la storia dell'emancipazione umana come
una progressiva riduzione della violenza e dei dogmatismi
e che favorisce il superamento di quelle ingiustizie
sociali che da questi derivano.
--rif.:
http://www.giannivattimo.it
|
--Opere
principali: Il concetto
di fare in Aristotele (1961); Essere, storia e linguaggio
in Heidegger (1963); Ipotesi su Nietzsche (1967);
Poesia e ontologia (1968); Schleiermacher, filosofo
dell'interpretazione 1968; Introduzione a Heidegger
(1971); Il soggetto e la maschera (1974); Le avventure
della differenza (1980); Al di là del soggetto (1981);
Il pensiero debole (1983) (scritto con A. Rovatti);
La fine della modernità (1985); Introduzione a Nietzsche
(1985); La società trasparente (1989); Etica dell'interpretazione
(1989); Filosofia al presente (1990); Oltre l'interpretazione
(1994); Credere di credere (1996).
--rif.:
http://www.forma-mentis.net/Filosofia/Vattimo.htm
“La sola verità
che la Scrittura ci rivela – scrive Vattimo -, quella che,
nel corso del tempo, non può subire nessuna demitizzazione
– giacché non è un enunciato sperimentale, logico, metafisico,
ma è un appello pratico – è la verità dell’amore, della caritas”
(G. Vattimo, L’età dell’interpretazione, in R. Rorty, G. Vattimo, Il futuro della religione. Solidarietà,
carità, ironia, a cura di S. Zabala, Garzanti, Milano
2005, p. 53).
Si
è svolto per un intero giorno a Silvana Mansio nel Comune
di Serra Pedace (in provincia di Cosenza) il 1°
Festival internazionale della filosofia in Sila, promosso
dal Comune di Serra Pedace e dall’Associazione Culturale
grandincontri onlus. Un evento speciale preparato con dovizia
di particolari dagli organizzatori per festeggiare il settantesimo
compleanno del filosofo italiano contemporaneo più famoso
e stimato in Italia e all’estero: Gianni
Vattimo.
Di
origine calabrese - ci piace ricordare - tutta la sua carriera
scientifica, politica e umana racconta di un uomo di grande
modestia molto attento a tutti i drammatici problemi sociali
posti dalla cultura postmoderna.
Il
titolo del Convegno: Ermeneutica,
Spirito, bellezza e trascendenza - Gioacchino da Fiore e Gianni
Vattimo a confronto: la forza della Calabria, dà rilievo
alle conseguenze dell’ontologia ermeneutica «debole» vattimiana
per l’interpretazione della religione cristiana nell’epoca
postmoderna e postmetafisica. Oggi, secondo l’ipotesi vattimiana,
viviamo la
terza età annunciata da Gioacchino da Fiore, l’età dello
Spirito Santo, che coincide con l’età dell’ermeneutica di
cui parlavano Schleiermacher, Dilthey,
Heidegger
e Gadamer.
L’età dello Spirito annunciata dall’abate calabrese Gioacchino
da Fiore nel XII secolo è riportata prepotentemente
alla ribalta dall’ontologia ermeneutica «debole» vattimiana
che sfocia in un’etica della libertà e della carità che non
ha bisogno di fondamenti e che come tale delegittima ogni
atto o struttura violenta. Finché il cristianesimo resta vincolato
alla tradizione dogmatico-metafisica di fondamenti assoluti
il rischio di cadere nella violenza non può essere escluso.
Dal momento che la violenza è concorde con fondamenti e strutture
stabili come posti in essere dal pensiero metafisico, la non
violenza o meglio la libertà dalla violenza (Gewaltfreiheit)
implica fuoriuscire dalla stessa metafisica. A partire dall'istanza
di emancipazione da fondamenti assoluti Vattimo delinea dunque
un grandioso progetto di rigenerazione del cristianesimo e
dell'umanità. Ciò
permette al cristianesimo di rimettersi in discussione ripensando
anche alle sue relazioni con la filosofia.
Per un intero giorno - mercoledì 7 giugno 2006 - a partire
dalle 9:30 - nella Sala Convegni "La Nuova Silvanetta" - si
sono accesi i riflettori su questa tematica.
* Saggio
- di Francesca Caputo - dedicato a Gianni Vattimo in forma
integrale nelle pagine di Topologik.
http://www.topologik.net/Studi-Internazionali/FILOSOFIA-IN-SILA-CON-GIANNI_VATTIMO.htm
Pensiero
Debole links
Friedrich
Nietzsche links
Nichilismo
links
--La
risposta di Heidegger al nichilismo
--Con
Heidegger
spostiamo l’attenzione su una prospettiva un po’ diversa di
consumazione o superamento del nichilismo.
Intanto è la stessa filosofia della tradizione occidentale,
come ontologia metafisica, a manifestare, secondo Heidegger,
il suo essere nulla, costituendosi,
infatti, sul nulla ed in questo
senso, irreparabilmente, in vista del nulla.
In chiave di lettura filosofica, si può, allora, superare
il nichilismo?
--1°
Festival internazionale della filosofia in Sila
|